Con una scanzonata botta di chulo, Il Pelliccia ed io siamo finiti a Madrid, il weekend scorso.
Madrid.
MADRID. ♥
Sono tornata a casa letteralmente innamorata. Con i piedi distrutti, ma innamorata.
Abbiamo camminato un sacco, e quando dico un sacco, intendo veramente tantissimo. Se vi state preoccupando che abbia perso un etto, non c'è pericolo, ci siamo anche ingozzati di tapas come i porci al trogolo.
Se invece una volta letto il titolo avete cominciato a paventare una nuova traumatica esperienza, vedi il precedente incontro ravvicinato con la perfetta donna parigina, tranquillizzatevi: le spagnole sono delle sfraccione totali come noi. Anche se ammetto che il livello di contaminazione Erasmus e cruccame in vacanza era notevolmente alto, mi sento pronta ad affermare che con le ragazze di Madrid possiamo stringerci la mano. Anche loro hanno la stessa deprecabile inclinazione verso quello stile da "mollatemi, ho messo su la prima cosa che mi è capitata e i miei capelli sono un disastro ma me ne frego perché sono figa uguale" che piace tanto a noi, perciò infilatevi pure i vostri leggings a fiori e imbarcatevi a cuor leggero: potrete investire il solito quarto d'ora mattutino nella creazione del cipollotto finto-spettinato senza pericolo di sembrare l'itagliana in gita in terre straniere.
Una volta tranquillizzata su questo punto, ho cominciato a godermi la città. Che mi è piaciuta tantissimo. E non per il Palazzo Reale, per la Guernica o per le centordici opere di Goya al Museo del Prado. Cioè, anche, ma soprattutto mi è piaciuto starci. E' molto difficile da spiegare, ma passeggiare per Madrid è bello, semplicemente. L'aria che si respira è buona, positiva, è come essere a casa ma con un sacco di tempo a disposizione da dedicarsi. E tra le cento cose che ci sono da vedere, da fare, da provare a Madrid, queste sono quelle piccole cose speciali che a me l'hanno resa indimenticabile:
- Le tartarughe alla stazione di Antocha, concentrato di tenerezza che mi fa venire voglia di adottare una mini-sorellina alla Nina.
- Le sedie a dondolo nel Palazzo di Cristallo al Parco del Retiro, dove lo stanco passeggiatore può riposarsi leggendo romanzi in lingua autoctona.
- Il profumo e i colori tra gli stand del Mercato di San Miguel.
- Il zumo de mango appena fatto, che mi riporta ai sapori di Cuba nostalgica.
- I balconcini in ferro battuto.
- H&M sulla Gran Via, che farebbe cagare come tutti gli altri H&M se non si trovasse nello spazio di un vecchio cinema per cui quando entri ti aspetti che ti strappino il biglietto e quasi ti viene voglia di popcorn.
- La versione 2.0 del BubbleTea, che puoi personalizzare scegliendo aroma del te e gusto delle bubbles.
- Il panino con i calamari e, dio, dio, perché nessuno me ne aveva mai parlato prima d'ora? Come avete potuto tenermi all'oscuro??
- Gli alberi sagomati al Parco del Retiro, che io ci sono cascata e pensavo nascessero già così, e invece no, li tagliano apposta.
- Sta cosa figa che ogni volta che ordini da bere ti offrono qualcosa, fossero anche le caramelline gommose col mojito.
E poi, va beh, parliamo di shopping. Davvero vogliamo parlare di shopping? Il Pelliccia ha praticamente dovuto costringermi nella camicia di forza perché Madrid è LA TENTAZIONE. Negozi ovunque. Qualunque tipo di negozio: da Zara ai negozi vintage, dai centri commerciali alle sombrererie, mercati, carrettate di espadrillas, ventagli dipinti a mano, COSE! E io a maledire il destino infame per cui mi devo ritrovare a Madrid, in mezzo al ben di dio, con infinite possibilità di acquisto e un miliardo e mezzo di cose che mi piacciono da comprare e ZERO EURO! Buuuuuuahhhhhahhhhhahhh, destino crudele!!!
Pertanto, dopo essermene fatta una ragione aver pianto calde lacrime ecco i risultati del mio shopping madrileño, che è povero, è vero, ma mi riempie comunque di orgoglio:
Esatto, vedete bene, niente vestiti perché qua è tempo di austerity, perciò si fa dello shopping piccolo e di spessore. Sì va beh ma che cavolo ho comprato, vi chiederete voi?
Innanzitutto la menta del Real Jardin Botanico perché l'intenzione mia e del Pelliccia per l'estate è quella di affogarci nel mojito (fatto in casa, ovviamente, così si risparmia!):
Ora, la vera sfida: saremo in grado di ricavarne qualcosa, visto e considerato che le istruzioni sono in spagnolo, che vabbè, non sarà arabo, ma già la materia ci è ostica e i bruchi agguerriti? Ce lo berremo questo mojito? Io ovviamente, dopo lo slancio dell'acquisto, mi sono già tirata indietro lasciando tutto nelle mani volenterose del Pelliccia, che ha già fatto partire le operazioni di programmazione per la piantumazione e mi parla di vasi e di terriccio... mah...
Last but not least, ogni tanto mi vengono delle idee geniali. Ma così geniali che mi stupisco io stessa. Sull'onda del Piccolo Principe acquistato in francese, ho avuto un'illuminazione: perché non acquistare una fiaba per bambini in lingua spagnola, dando il via alla collezione più fantasticamente figa che mai mente umana abbia partorito? Tanto più che già nella mia libreria da anni campeggia uno Struwwelpeter acquistato a Monaco (lo conoscete? Sono i traumi dell'infanzia che riafforano...). E quindi... TADAAAAN!! La versione pittogrammata (?) del Don Chisciotte!!
Ed ecco la mia collezione privata che ora ammonta a tre esemplari ma è sicuramente destinata a crescere (PS a giugno vado in Scozia... Sir Conan Doyle, sei mio!).
Che poi, vi dirò, arredano. Quel cubo vuoto della Expedit mi faceva fare proprio brutta figura...
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