mercoledì 30 ottobre 2013

FUNNIES IN MISSIONE: ALLA CONQUISTA DELLA TERRA DI MEZZO.


Non ci si diverte solo a Milano.

E’ la notizia di oggi e lo so, è sconvolgente, ma pare sia così. Sembra ci siano luoghi, sconosciuti ai più, in cui si possano passare serate divertenti e mangiare bene. Tipo, chessò, Lodi. Voi ci siete mai stati a Lodi? Io no. Che cos’è,  una città d’arte, ci sono musei, fanno dei festival a Lodi? C’è gente che ci abita davvero? Pare di sì , pare non sia solo un frutto della mia immaginazione. Pare che Lodi sia perfino segnata sulla carta geografica. Visibile su Google Map. Si racconta addirittura che ci siano dei posti, a Lodi. Posti in cui la gente si ritrova, mangia, beve, balla, insomma socializza. Passa del tempo. Incredibile. Per dare corpo a queste voci arrivate a Milano con il vento dell'est (come Mary Poppins) e sfatare ogni fumoso dubbio, le Funny Girls sono andate in missione per una serata Fusion&Fouton. Ovvero si mangia fino a essere scionfi e poi con la panza piena ci si butta sul materasso per fare la cosa più bella, la più divertente che si possa fare a letto e cioè … un pigiama party! Evviva! Gaudio! Gioia! Felicità! 12 anni! Amiche! Risate! Anni  90! Revival! 12 anni! 12 anni! 12 anni!

Ovviamente le Funny Girls hanno scelto con cura le loro rappresentanti da mandare sul campo. Il Funny Consiglio si è riunito a Gran Burrone e, per acclamazione, sono state elette loro, The Fellowship of the Sushi:

Yangwawa, esperta di  culture extrameneghine nonché unica detentrice del fouton;
Maya, esploratrice, temprata da innumerevoli gite della domenica alla scoperta di lande sconosciute e vergini;
Effe,  tedofora del buongusto, portatrice di luce nell’oscurità del sintetico e del jeans a zampa.

Ecco i volti tirati delle tre compagne in partenza verso l’ignoto:


Il nome del locale prescelto per testare le abitudini lodigiane è tale Fusion, dove indovinate che cucina propongono?? Indiana? Congolese? Messicana? No, fusion. (Ma la fantasia).

Le Funnies si preparano all’incursione


E si accomodano al tavolo prenotato


Ed ecco cosa si ritrovano davanti


Secondo voi stanno apprezzando?


Il clima comincia a scaldarsi


E si fanno due salti in pista


Morale: le Funny Girls capitolano! Lodi ha vinto! In questa città, a mille miglia dall’ombelico del mondo, la gente si diverte! Mordor è presa! L’anello è stato gettato nelle fiamme! Il Signore Oscuro è vinto! Gaudio a Gran Burrone! Si festeggia in tutta la Funny  Terra di Mezzo!

Le Funny Girls, stremate ma felici, depositano le armature, dissellano i cavalli e si ritirano nel loro accampamento, per festeggiare il ritorno a casa alla Funny maniera, ovvero con riti imbarazzanti:


Pigiama Party sul fouton di Yangwawa (leggi in realtà: materassino da campo). E per festeggiare l’importante scoperta, decidono di celebrare la grandezza degli elfi con un incredibile tetris umano: sono ancora lì, da tre giorni, nel tentativo di disincastrarsi. Ancora purtroppo non si è venuti a capo di dove comincia una e dove finisce l’altra.

lunedì 28 ottobre 2013

THE FUNNY EXPERIENCE: EFFE, BIND ME UP, BABY!

Ecco a voi, e solo per voi, la seconda puntata dell’incredibile saga “The Funny Experience”, ovvero tutto quello che le Funny Girls provano coraggiosamente sulla propria pelle per tramandare poi la loro sconfinata conoscenza ai posteri.

La protagonista di oggi è Effe, cioè lei:


la ragazza con la circonferenza fianchi di un grissino Olivia&Marino.

Effe, non contenta di occupare un così già esiguo spazio nell’immensità del cosmo, ha deciso di sottoporsi ad un trattamento drenante, il BODY WRAP.

!Disclaimer! Non ci sono massaggi in questo post, né fanghi, tantomeno canti propiziatori o altari sacrificali su cui si brucia l’adipe in eccesso. In compenso, ci sono foto oltremodo imbarazzanti di Effe che, tra i tanti vantaggi, potrebbero addirittura aiutarvi a trovare ispirazione per l’imminente Halloween se siete a corto di idee.

Iniziamo con il dire che il metodo funziona: Effe è passata dalla taglia XS ad acquistare da Zara bambino.

Ma in cosa consiste questo Body Wrap? La seduta inizia con l’addetta al bodywrappaggio che ti misura come un vitellone grasso al macello e ti fa misteriosi segni in vari punti del corpo con un pennarello rosso (non vi ricorda Samantha Jones in una certa puntata di Sex and the City? A me sì, di brutto, ma visto che non ho trovato il video da linkarvi, se non avete visto tutte le serie almeno sette volte come ho fatto io non capirete mai la sottile allusione. Peccato per voi).

Dopodiché ti fascia come un cotechino utilizzando pesante bande elastiche che dal giorno prima sono state lasciate in ammollo in una miscela di argilla, sali marini, zinco e probabilmente altre cose puzzolenti ma che fanno un sacco bene. Ne vieni fuori che sei conciata così:


 Check the difference!

Se proprio giovedì non sapete che costume sfoggiare, magari prenotatevi una seduta  nel pomeriggio: una roba così, neanche al Museo Egizio di Torino.

Non paga, la simpatica nonché temo sadica signorina ti fa infilare in una tutina di plastica (secondo me ti fotografa anche di nascosto e poi utilizza le foto per ricattarti in tutti gli anni venturi). A questo punto sei bella e insaccata, e pronta per essere spiaggiata su un lettino e avvolta con una coperta termica. Ti lasciano a macerare per un’ora. 




La vera domanda è: che te ne fai delle riviste se sei strizzata nelle bende peggio che un baco da seta? Non si capisce.

Comunque se sopravvivi, e sottolineo se, perché la prova deve essere certamente impegnativa, alla fine ti sbucciano e riprendono con le misurazioni nei punti segnati col pennarello. Funziona se hai perso almeno 15 cm di circonferenza totali. Effe ne ha persi 22. Ventidue. E con questo mi ha convinta. Cioè, 22 cm son 22 cm, si dovranno pur vedere no?  Li perderò mica tutti sulle tette?! 

Tra l’altro. Pare che per un’efficace riuscita si debba fare un numero di sedute proporzionale all’età, e precisamente una seduta per ogni decennio che ci portiamo sulle spalle. Prendendo me, per fare un esempio del tutto casuale, che ho venticinque, vabbè ventotto anni, arrotondando per eccesso dovrei fare tre sedute e, fermo e considerato che la matematica sarà pure sconosciuta ma non è tuttavia un’opinione, 22 x 3 = 66. Centimetri. 

Scusate ragazzi, ciao. Sto andando a prenotare.

sabato 26 ottobre 2013

POPPY, UN AUTUNNO PERFECTO

Se c’è un motivo per cui ci piace l’autunno, sono i capispalla. Cioè quelle cose che ti metti sopra l’outfit che hai scelto con cura la mattina. Per valorizzarlo, in teoria. Oppure per coprirlo, quando per esempio la sveglia non è proprio suonata.

E se d’inverno siamo condannate alla schiavitù del piumino, e in primavera si casca nel tranello del sempreverde trench beige da tenente Colombo … in autunno c’è un intero mondo di capispalla da scoprire:
si va dal parka (1), bello, sportivo, per le giornate da jeans e da bikers
al cappottino (2), quando ci si sveglia più bonton
il maxicardigan (3), se si ha voglia di tuta e sneakers
il blazer (4) se ci sentiamo di impegnarci un po’ di più
il gilet in fantasy fur (5), che fa subito turista russa
la mantella o cappa (6), da sfoggiare con gli occhiali per sentirsi più interessanti
il poncho (7), un po’ sorpassato ma sempre tanto tenero.



Eppure, in questa grande selva di pelo, di pelli e di filati, il mio capospalla preferito rimane sempre uno e uno solo: l’incontrastato, l’intramontabile,colui che da Marlon Brando a Danny Zuko sempre ci riporta ai selvaggi sogni della giovinezza, quelli in cui si correva per le vaste praterie del Wisconsin a bordo di una Harley cromata, del tipo che Peter Fonda in Easy Rider ci fa una bella pippa …

IL PERFECTO.

E no, non sto parlando di un semplice giubbotto in pelle, sto parlando di QUESTO.

Mica roba da femminucce.

Ora la questione è: dove trovare il perfetto Perfecto?? Francamente la risposta non è facile. Le case di moda ci propongono questo. O questo. Non ci siamo. Il perfetto Perfecto deve essere testosteronico, perché noi siamo donne con le biglie, ma femminile, perché siamo anche belle e bisogna farlo vedere. Come fare? Come si può avere tutto, e tutto concentrato in un unico capo in pelle?

Solo una persona poteva avere la soluzione all’annoso problema: la Poppy, naturalmente, l’esatto compendio tra un animo rocker e un cuore di bambola. Dove i grandi del fashion non arrivano, arriva lei, che il chiodo se l’è pensato, se l’è disegnato, e se l’è fatto fare apposta. Ebbene, è vero, ed ora lo sapete, in questo misero mondo c'è davvero chi si affida al "su misura". Poppy is the ultimate chic.

Ma veniamo a noi, che caratteristiche ha il favoloso nonchè unico esemplare?

In un soffice agneau plongè, ha quell’aria da duri del tipo “don’t call me baby"...



... ma è anche morbido e tenerello come un abbraccio.


Poppy lo indossa con i suoi celebri occhiali hipster, jeans e tshirt bianca ...

... Oppure con l'abito lungo in jersey e accessori di un certo livello (l'avete notata, la borsa?)


Un ultimo scatto giusto per farvi capire che, in quanto a location, la Chiara non ci fa più paura...


Chi ha paura del freddo, se hai il privilegio di poterti buttare tra le braccia del perfetto Perfecto???

QQ
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