E’ fine Novembre. I tempi sono maturi per affrontare
l’argomento, prima di venire sommersi dai pupazzetti e dai jingles del Natale,
e allora parlarne sarebbe troppo facile.
Ergo, le due domande di oggi sono: chi li paga certi
pubblicitari? E perché?
E’ pur vero che quello del pubblicitario infame è forse il
lavoro più vecchio del mondo, e dovremmo esserci ormai pacificamente arresi.
Tra i ricordi più scabrosi della mia nervosa adolescenza annovero le quattro
paperelle della Lima (pari al numero di neuroni di chi t’ha pagata) e
l’espressione di ottusa gaiezza con cui il barbuto sbucava dalle lenzuola al
grido di “Che forza questo sole”. Ma l’odio. Tipo che non butto giù la tv dal
balcone solo perché 1. non ho un balcone e 2. ho già pagato il canone. E 3. perché
comunque devo vedere la fine di Una mamma per amica.
Eppure boh, sarà che in questo periodo ho le palle in
giostra e devo pur trovare qualcuno che non sia il Pelliccia con cui sfogarmi.
Ma a me il numero di pubblicità inguardabili ultimamente sembra essere
aumentato in maniera sensibile. Sarò io? Sarà che ho il gatto incontinente?
Sarà il cestino della bici bucato? Il te solubile del Carrefour che fa
schifo? Non lo so, fatto sta che trovo sollievo a inveire contro le pubblicità
che passano ultimamente e a odiare i protagonisti. Profondamente. Tipo che se
mi trovo davanti la Chiara
che studia green economy la prendo a sberle. Ma green economy cosa, che c’hai
cinquant’anni e sarai fuori corso da due secoli. E invece che essere in biblioteca a
studiare sei in giro a far flanella e racconti le balle a tua mamma.
Cinquant’anni, e ancora racconti le balle a tua mamma, ma ti senti? E va bene che quella sarà a casa ad ammazzarsi di barbecue, però dai! E comunque,
spiace dirlo, ma hai evidenti problemi di socializzazione se invece di
frequentare gente della tua età vai a stalkerare le diciottenni. Ma poi. Ma sto
appartamento da ottocento metri quadri. Alzi la mano chi ha studiato fuori sede
e aveva il parquet in casa. Ma non vi crede nessuno, dai.
Perfino più irritante della Chiara c’è il Signore delle Olive. Questo dà fastidio anche al Pelliccia, quindi vuol dire che non sono io
che sono irascibile. E’ lui che è un cafone. Se ne va a infilare il suo orrendo
dito nei piatti altrui. Nel bicchiere del Martini. Perché è un feticista delle
olive. Dai ma che schifo. E la cosa sbalorditiva è che nessuno gli schiaffa il
Martini in faccia, no! Questo se ne va in giro, col suo completo da persona
rispettabile, a toccacciare il cibo altrui e nessuno lo piomba di mazzate!
Incredibile!
In ogni caso, il primo premio se lo becca una pubblicità
d’autore. Di quelle che i committenti li hanno cacciati davvero, i soldi. Mica
scherzi. Hanno ingaggiato il pezzo grosso, quello che se ne va in giro a
offrire caffé su terrazze tipo LaRinascente Duomo, frequentate apparentemente
solo da donne fighe tra i venticinque e i trenta. E lei, la tipa che si
vede offrire il caffè in questione da George (mica quel biondo tinto di Brad
Pitt eh, da George!) cosa fa?
Buscetta! Buscetta a tutte a squarciagola! Ma che bisogno c’era, amica mia? Te
lo stava già prendendo, sto caffé, e non c’era neanche fila al banco! Non
potevi aspettare quattro minuti? O è il George che non ti piace? Va bene, non è
andata giù a nessuno la storia con la Canalis, ma non mi sembra il caso di reagire
così. Perché sai cosa ti meriti allora? Ti meriti solo Brignano! E che ti vada
di traverso! Tiè!
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