mercoledì 20 novembre 2013

TO BE A BOOKAHOLIC

The Gianni-attitude si può definire con un’unica parola: compulsiva. Ovvero, io mi creo delle dipendenze. Se una cosa mi piace, in realtà non mi piace e basta, mi ci butto a pesce. Entro nel trip. Mi ci fisso finché non ne posso più e ne esco perché mi va in odio.

Ad esempio, i miei trip attuali sono, nell’ordine:

  • Gli accessori per capelli di H&M. Costano poco e sono tanto cariiiiini, perciò io licomprolicomprolicompro, poi la mattina me li provo davanti allo specchio, sembro una cretina e li tolgo. E ne compro altri. In loop.

  • Le canzoni dance anni ’90. Il mio ipod ne è pieno, l’unico piccolo dettaglio è che l’ho perso non so dove nei meandri di questa casa, e spero che i ladri non l’abbiano trovato prima di me, così forse prima o poi potrò di nuovo godere delle perle di Prezioso e Gabry Ponte e fare le pulizie la domenica mattina berciando a squarciagola Telmi Uaa-aa-aa-aai iuuonlov!

  • Il cibo cinese. Da quando hanno aperto l’Oriental Mall in Paolo Sarpi è stata subito gnocco-dipendenza. E non importa se tutti i miei tentativi sono un completo insuccesso, io continuo a comprare roba cinese che non sono assolutamente in grado di cucinare.

Ma l’ambito in cui i miei trip hanno più modo di crescere e moltiplicarsi sono i libri. 

Premesso che io leggo un botto. Perché leggo velocemente, in realtà. Il punto è che quando trovo un autore o un genere che mi piace non lo mollo. Ho avuto una marea di trip letterari nella mia vita ed escludendo i più scontati, tipo le trilogie, quadrilogie, cinquilogie, gli autori svedesi, i vampiri e quant’altro (e no, le cinquanta sfumature di sta cippa no, se sono troppo inflazionati poi mi passa la fantasia), eccovi riassunti i miei cinque trip migliori di sempre:

Il trip fantasy. O sarebbe meglio dire il trip Tolkien. Erano gli anni del liceo, e leggere Tolkien era un po’ controverso, perché se da un lato era in odore di destra, dall’altro tutti i nerd (parole ancora sconosciuta allora) intellettualoidi di sinistra si drogavano di Signore degli Anelli. Io ho letto tutto. Tutto. In particolare durante le ore di arte (da qui la mia avversione alle pinacoteche) Mi ero fatta anche l’albero genealogico di tutto il Silmarillon: era un arazzo. Ne sono uscita quando JRR è morto. E’ stata dura, ma con i Figli di Hurin, uscito postumo, ci abbiamo messo finalmente una pietra sopra.

Il trip francese. Perché io amo i polpettoni. E per quanto i francesi siano una razza a me ostile, devo ammettere che come ci danno dentro loro con i tascabili Feltrinelli nessuno mai. Ho amato I Tre Moschettieri, tutti e tre, anzi quattro. Ho palpitato con Cosette e Jean Valjean sulle barricate. E se Madame Bovary mi è sembrato un Harmony d’altri tempi, Le relazioni pericolose mi hanno fatto strippare peggio che le avventure di Blair e Chuck in Gossip Girl. Ma soprattutto il trip francese mi ha regalato l’amore della mia vita. Perché, anticipando di millenni le mode vampiresche, io col Conte di Montecristo già sapevo che l’uomo dei sogni era pallido come un morto e triste come un pesce nella boccia.

A ruota, il trip inglese. Perché sì, amici, alla tristezza non c’è un limite. Io ci sguazzo e ci grufolo come un maiale nell’aia. E quindi sorelle Brontë come se piovesse, Mary Shelley col suo depresso marito, Bram Stroker. Ma la tristezza. Ma la morbosità. Una volta che inizi non te ne puoi staccare più. E’ la stessa patologia che ti spinge a continuare a vedere Quattro matrimoni su Real Time. Più o meno.

Il trip Ammaniti. Non so perché. Anzi sì. Perché una zia mi ha regalato Che la festa cominci a un compleanno, e a me ha fatto un sacco ridere. Vi dico solo: ciccioni appollaiati sui rami di alberi. Questa immagine dovrebbe essere sufficiente per indurvi a leggere il libro. Così ho continuato e, a parte Ti prendo e ti porto via (bleah, schifo) tutto il resto è bomba. Ho smesso dopo Io e Te perché il Niccolò si è messo a scrivere i racconti, e a me i racconti non vanno proprio giù.

E infine l’ultimo trip, il mio preferito del momento, quello ancora in corso, è il trip giapponese. Anzi, Murakami. E’ vero, lo stanno leggendo tutti ormai. Perfino il Pelliccia è riuscito a finire 1Q84, anche se ormai c’è l’impronta del libro sul comodino. E comunque, un motivo c’è ed è che Murakami è il genio. Murakami fa innamorare.
Perché nel mondo di Murakami tutto è plausibile. Scendere una scala a pioli e trovarsi in un mondo parallelo, è plausibile. Anche uscire dall’ascensore e trovarsi faccia a faccia con un uomo vestito da pecora che connette i fili del destino è plausibile. Ma soprattutto, trovare gente consenziente a fare sesso di gruppo in ogni bar di Tokio è perfettamente logico e normale.
Nel mondo di Murakami, le adolescenti sono tutte precoci e favolosamente belle.
La gente esce di casa e svanisce nel nulla.
Tutti possono prendersi aspettative dal lavoro per i motivi più assurdi e andarsene in Grecia o alle Hawaii.
I ragazzini sono tendenzialmente gerontofili.
Le orecchie hanno una potente attrattiva sessuale.
Ci sono sempre un sacco di gatti.
Si mangiano cose giapponesi vere, tipo il sukiyaki o la tenpura.
Tokio di notte è fighissima e non c’è in giro nessuno.
Le stazioni dei treni sono il fulcro di tutte le attività più interessanti.
Ma soprattutto nel mondo di Murakami le cose che contano sono lì, sono semplici, sono la luna, sono l’amore, sono le cose che hai nella testa. E se nella testa hai delle cose meravigliose e fantastiche, il mondo è meraviglioso e fantastico, e quella è la realtà. E se al mondo esiste veramente qualcuno che ha in testa delle cose così meravigliose e fantastiche, allora c’è speranza. C’è bellezza. Allora il mondo è bello davvero. Anche quando sei triste, anche quando sei felice. Anche quando sei stanco, quando torni a casa, quando piove e non hai un camino e i tuoi calzini sono bagnati. Quando non si capisce niente ma non importa neanche. Quando è tutto difficile, oppure è tutto facile e che gusto c’è. Ma soprattutto quando fa freddo. Perché nel mondo di Murakami si sta al calduccio. E’ una coperta che non voglio togliermi più.



10 commenti:

  1. stupendo questo post! Ma il trip fantasy, che io ho tutt'ora, è il migliore!! :D -Fede-

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    1. Eh, il trip fantasy ha la malinconia del tempo che è passato! Il trip giapponese è adesso e ora! ;)

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  2. vi amo tutte !!! siete fantasiche

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  3. non posso più fare a meno di voi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    1. Grazie anonimo fan, anche noi cominciamo a non poter più fare a meno di te! :PPP

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  4. bellissimo e commovente il commento al grande murakami

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