The Gianni-attitude si può definire con un’unica parola:
compulsiva. Ovvero, io mi creo delle dipendenze. Se una cosa mi piace, in
realtà non mi piace e basta, mi ci
butto a pesce. Entro nel trip. Mi ci fisso finché non ne posso più e ne esco
perché mi va in odio.
Ad esempio, i miei trip attuali sono, nell’ordine:
- Gli accessori per capelli di H&M. Costano poco e sono tanto cariiiiini, perciò io licomprolicomprolicompro, poi la mattina me li provo davanti allo specchio, sembro una cretina e li tolgo. E ne compro altri. In loop.
- Le canzoni dance anni ’90. Il mio ipod ne è pieno, l’unico piccolo dettaglio è che l’ho perso non so dove nei meandri di questa casa, e spero che i ladri non l’abbiano trovato prima di me, così forse prima o poi potrò di nuovo godere delle perle di Prezioso e Gabry Ponte e fare le pulizie la domenica mattina berciando a squarciagola Telmi Uaa-aa-aa-aai iuuonlov!
- Il cibo cinese. Da quando hanno aperto l’Oriental Mall in Paolo Sarpi è stata subito gnocco-dipendenza. E non importa se tutti i miei tentativi sono un completo insuccesso, io continuo a comprare roba cinese che non sono assolutamente in grado di cucinare.
Ma l’ambito in cui i miei trip hanno più modo di crescere e
moltiplicarsi sono i libri.
Premesso che io leggo un botto. Perché leggo velocemente, in
realtà. Il punto è che quando trovo un autore o un genere che mi piace non lo
mollo. Ho avuto una marea di trip letterari nella mia vita ed escludendo i più
scontati, tipo le trilogie, quadrilogie, cinquilogie, gli autori svedesi, i
vampiri e quant’altro (e no, le cinquanta sfumature di sta cippa no, se sono
troppo inflazionati poi mi passa la fantasia), eccovi riassunti i miei cinque trip migliori di sempre:
Perché nel mondo di Murakami tutto è
plausibile. Scendere una scala a pioli e trovarsi in un mondo parallelo, è
plausibile. Anche uscire dall’ascensore e trovarsi faccia a faccia con un uomo
vestito da pecora che connette i fili del destino è plausibile. Ma soprattutto,
trovare gente consenziente a fare sesso di gruppo in ogni bar di Tokio è
perfettamente logico e normale.
Nel mondo di Murakami, le adolescenti sono
tutte precoci e favolosamente belle.
La gente esce di casa e svanisce nel nulla.
Tutti possono prendersi aspettative dal
lavoro per i motivi più assurdi e andarsene in Grecia o alle Hawaii.
I ragazzini sono tendenzialmente gerontofili.
Le orecchie hanno una potente attrattiva
sessuale.
Ci sono sempre un sacco di gatti.
Si mangiano cose giapponesi vere, tipo il sukiyaki
o la tenpura.
Tokio di notte è fighissima e non c’è in giro
nessuno.
Le stazioni dei treni sono il fulcro di tutte
le attività più interessanti.
Ma soprattutto nel mondo di Murakami le cose
che contano sono lì, sono semplici, sono la luna, sono l’amore, sono le cose
che hai nella testa. E se nella testa hai delle cose meravigliose e
fantastiche, il mondo è meraviglioso e fantastico, e quella è la realtà. E se
al mondo esiste veramente qualcuno che ha in testa delle cose così meravigliose
e fantastiche, allora c’è speranza. C’è bellezza. Allora il mondo è bello
davvero. Anche quando sei triste, anche quando sei felice. Anche quando sei
stanco, quando torni a casa, quando piove e non hai un camino e i tuoi calzini
sono bagnati. Quando non si capisce niente ma non importa neanche. Quando è
tutto difficile, oppure è tutto facile e che gusto c’è. Ma soprattutto quando
fa freddo. Perché nel mondo di Murakami si sta al calduccio. E’ una coperta che
non voglio togliermi più.
<3
RispondiElimina<3
Eliminabellissimo <3
RispondiElimina<3
Eliminastupendo questo post! Ma il trip fantasy, che io ho tutt'ora, è il migliore!! :D -Fede-
RispondiEliminaEh, il trip fantasy ha la malinconia del tempo che è passato! Il trip giapponese è adesso e ora! ;)
Eliminavi amo tutte !!! siete fantasiche
RispondiEliminanon posso più fare a meno di voi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaGrazie anonimo fan, anche noi cominciamo a non poter più fare a meno di te! :PPP
Eliminabellissimo e commovente il commento al grande murakami
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