Habemus wifi, bisogna festeggiare con un post.
Volevo scrivere dei nuovi feticci da mettere nell'armadio per la primavera duemiliquindici ma mi fa tutto schifo.
Volevo scrivere un post su come ho iniziato a correre ma ormai l'hanno scritto tutti e ho una paura sacra del confronto.
Volevo ammorbarvi ancora un po' con gli estesi orizzonti della mia infelicità ma ho pietà di voi.
Ho anche pensato di riaprire una diatriba letteraria, visto che sono al quarto capitolo de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ma poi sono sicura che mi spoilerate.
Quindi ho deciso di scrivere un post sul NULLA siderale che c'è nella mia mente.
Anzi no, vi racconto del turbante. Il vero e unico feticcio di primavera, visto che Zara ha deluso.
Come ben sapete, ho una personalità dai contorni labili. Sono: tendenzialmente insicura, dotata di un'autostima nanica, generalmente afflitta da un pessimismo cosmico che Baudelaire in confronto ti sembrava di stare a Zelig. Vi ho anche già confessato la mia opinalbile tendenza alla copioneria. Copiare è tipico delle persone insicure, oppure poco fantasiose, quelle che si sentono meglio a stare un po' defilate nelle retrovie e poi saltare all'ultimo sul carro del vincitore. Eccomi, sono io.
Questa volta il giochetto dovrebbe venirmi facile, visto che ho trovato da copiare niente meno che la mia sosia, però molto più figa. Ve l'avevo già segnalata qui ma ve la riposto,a scanso di ogni dubitamento.
Questa fissa della sosia figa ha un non so che di sfigato che mi ricorda quelli che su Facebook vanno a cercare la gente che ha il loro stesso cognome.
Questa è Amara, tizia di cui né io né presumibilmente nessuno di voi sapeva nulla fino all'opportuna segnalazione della Scoppiatissima Jo, da cui è nata la mia ossessione.
Io e Amara abbiamo in comune due tratti fondamentali: il naso importante e un altrettanto importante arcata dentale superiore. Ci allontanano svariate altre cose, tra cui una sostanziale differenza di abilità canore, un passato ortodonzistico con risultati riconoscibili, la lunghezza del pelo e il turbante.
Se con i vocalizzi posso fare poco e i capelli devo pazientare finché crescono, è con orgoglio che vi rendo partecipi del lauto assegno staccato al mio dentista per fare ordine nella mia indisciplinata bocca. Mi mancava solo il turbante.
Se posso essere un tantino polemica, non c'è una youtuber che una che sia in grado di insegnarmi ad allacciare un turbante come Amara. Senza contare il fatto che, dopo aver setacciato Etsy, Depop e svariati siti indiani per corrispondenza, gli unici modelli vagamente decenti sono riuscita a trovarli su un sito dedicato a donne in cura chemioterapica, al che mi sono sentita una merda e sono andata da H&M a comprare una sciarpa.
Non è stato facile. Intanto, affinché possa essere spacciato per turbante, la sciarpa deve avere la giusta lunghezza: non troppo corta, non troppo lunga, a spanne ho ritenuto che circa due metri potessero andar bene. La consistenza è molto importante: mi sarebbe piaciuto trovare un jersey, ma sono riuscita a reperirne solo in tinta unita e gnè. Volevo qualcosa in fantasia. La seta è troppo scivolosa (e poi dove la vuoi trovare una seta da H&M?) perciò ho optato per un cotone leggero, perché quelli troppo spessi avevo paura di far fatica a lavorarli.
Quindi: abbiamo il turbante. Adesso bisogna solo metterlo.
Dopo alcune sessioni di allenamento con mia sorella Sgnappa che, non si sa perché, sembrava abbastanza ferrata sull'argomento, mi sento pronta per il tutorial definitivo sull'uso del turbante in stile Amara (bugia: trattasi di laido surrogato ma oh, per ora ci accontentiamo).
Step 1: acconciarsi i capelli a cipollotto cazziforme, oppure anche no, se volete tenerli sciolti fate voi, io sto male.
Foto di ottima qualità per mostrarvi la beltade della mia acconciatura. |
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