Non c'è peggior cosa in un periodo di magra che mettersi a pascolare sui fashion blogs. Improvvisamente, il tuo armadio comincia ad assumere le fattezze gialle del cassone della Caritas, mentre piano piano, come tuberi deformi, nuove impossibili ossessioni sbucano infestanti nel campo arato dal buon contadino della tua mente. Cose di cui non sapevi assolutamente di aver bisogno diventano improvvisamente necessità impellenti, e ti trovi d'un tratto a sbavare in preda a crisi d'astinenza da zoccoli in pvc e mantelline impermeabili (tratto da una storia vera). E dire che avremmo dovuto imparare la lezione sullo shopping visivo da Rory e Lolerai Gilmore tanti ma tanti anni fa (mille punti e tutto il mio rispetto a chi capisce la citazione).
Nelle ultime settimane di reclusione forzata, in cui nel tentativo di tenermi a distanza di sicurezza dal canto delle sirene di Corso Buenos Aires (Zara, mi manchi!) sto facendo abbuffate di outfit virtuali, ho avuto un'epifania: sono vittima di un'anomalia spazio temporale (ciao Fringe, non mi hai plasmato la mente).
***Dissolvenza a stella***
Tutto questo tempo sprecato a pensare di essere goffa, e invece no!, sono solo nel luogo e nel tempo sbagliato: La Gianni non è La Gianni, è The New Rossella O'Hara. Sotto la mia superficiale apparenza da Pippo, si nasconde la grazia di una gentildonna del Sud. Se l'ordine naturale delle cose venisse infine ristabilito, probabilmente mi ritroverei su un grazioso patio affacciato su sterminati campi di cotone a farmi aria pigramente con un ventaglio. Saprei fare cose interessanti tipo suonare il piano e dipingere acquarelli. Non dovrei preoccuparmi di passarmi il Silk Epìl sulle gambe perché avrei sempre lunghi abiti con la ruota. E ombrellini per proteggere la mia pelle diafana perché l'abbronzatura è da poveri. Accetterei graziosamente la corte dei gemelli Tarleton ma senza incoraggiarli troppo.
(Ovviamente la mia dimensione spazio-tempo subirebbe ulteriori disturbi ai primi accenni di bombardamenti, e io sarei trascinata nuovamente da questa parte della porta un attimo prima di ritrovarmi in fuga da Atlanta su un carretto con la Melania tremebonda.)
Insomma, la morale è che ho voglia di una maxigonna. Sì, lo so che avevo detto basta con le gonne lunghe, ma questa volta è diverso. Non voglio solo una gonna lunga, voglio una gonna maxi. Grossa. Gigante. Femminile. Una gonna da sogno. Tipo così:
Style Scrapbook |
Style Scrapbook |
Tutta colpa di Andy di StyleScrapbook, la mia numero uno. Che di solito è tutta così androgina e rigorosa, e poi fa un attimo un viaggetto tra il Brasile e Parigi e mi esce fuori il suo lato romantico. Non mi è ancora passata la fissa per il tutù. Questo è l'ingigantimento della mia visione.
Park and Cube |
La maxiskirt + il crop top è storia di puro amore. Credo che con una gonna del genere addosso mi sentirei potente. Mi ci vedrei in una di quelle scene da Sex and the City in cui fermo un taxi nel traffico ed entro sul sedile posteriore in una nuvola di taffetà. Considerando che non vivo a New York e giro in bici, una gonna così è proprio quello di cui ho bisogno.
Style Scrapbook |
Andy, ancora tu, in versione Rossella O'Hara al mare. E questo è Mango, ragazze, la tentazione a portata di un click.
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