mercoledì 6 maggio 2015

LE COSE CHE SI DICONO

Di questi tempi, è saltato fuori che al Pellccia danno fastidio i rumori che faccio mentre mangio.

Oh beh, premettiamo subito che io non faccio rumore mentre mangio, mastico educatamente con la bocca chiusa come mi ha insegnato mammà tanti anni addietro, perciò se vi state immaginando scene alla Smeagol col pesce, ecco, anche no. 

Si tratta piuttosto del fatto che, secondo lui, io picchierei la forchetta sui denti, quando ingollo del cibo. Cioè, gli dà fastidio il cling che fa la forchetta quando incontra i miei denti. Tutto ciò, dopo ben quattro anni di convivenza e innumerevoli pasti condivisi. Lui dice - no vabbè - che probabilmente lo sta notando di più perché nella nuova casa c'è più eco. Beh, meno male Pelliccia, pensa che per una frazione di secondo avevo temuto non mi amassi più. Che ti fossi reso conto all'improvviso di stare con un essere abominevole che fa rumore mentre mangia. O che avessi un'amante che si nutre solo con la cannuccia. E invece no, il problema è che l'Ala Ovest del castello è effettivamente così grande, con questi soffitti istoriati così alti, queste sale da ricevimento chilometriche, e ripensandoci forse sì, la sala da pranzo risulta un pochino vuota senza gli arazzi alle pareti e sì, ci dev'essere sicuramente e indiscutibilmente un problema di eco.

E' tanto tenero il mio Pelliccia.

Io e il Pelliccia stiamo insieme da cinque anni e mezzo e dire che dio mio, sembra l'altro ieri che siamo usciti la prima volta, e lui si ricorda ancora com'ero vestita quella sera, e gli piacevano le scarpe e io penso che forse invece è arrivato il momento di dimenticarsele, quelle scarpe, che erano delle zeppe rubate a Madre da far piangere sangue dagli occhi, ma comunque è tenero che se lo ricordi no?

Sono passati cinque anni e mezzo e io non metto i tacchi praticamente mai. Dopo cinque anni e mezzo, faccio tutto quello che cinque anni e mezzo fa avrei giurato di non fare mai: giro per casa col tutone sporco di cioccolato, mi addormento alle nove la sera, posso rimanere intere settimane senza farmi la ceretta.

E lo faccio con menefreghismo, torno a casa nervosa, torno a casa stanca, sarà la primavera, saranno gli ormoni, mi metto gli occhiali, mi metto il pigiama, mi mangio le unghie, non ho voglia di struccarmi ma lo faccio, poi parlo per quaranta minuti del Trono di Spade che l'ho capito non te ne frega un cazzo ma per me è importante, esco con le mie amiche, esco con le colleghe, esco con i compagni di russo ma stasera ho troppo sonno, sono troppo stanca, non ho voglia di parlare, ho un grossissimo problema di capelli secchi e fragili.

Poi succede che picchio la forchetta sui denti e mi viene in mente all'improvviso che potresti non amarmi più. Non oggi. Ma un giorno. Per la forchetta, il pigiama, le mie paranoie e le mie unghie. Sono così maledettamente imperfetta che non posso essere perfetta per te, tanto per dire.
E quella dell'amante con la cannuccia, scusate, ma l'ho pensata davvero per il semplice fatto che ho una coda di paglia lunga due chilometri.

Lo prendo in giro, per la storia dell'eco, anche se lo so che vuol dire ti amo.
Mi chiama alle due, per sapere se ho mangiato e se non ho mangiato, mi sgrida.
A volte, mi abbraccia da dietro e mi bacia sul collo.

Mi ama. E dire che col Trono di Spade ho veramente rotto i coglioni.

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