lunedì 21 aprile 2014

IL SILENZIO DEGLI AGNELLI

PREMESSA: il post qui di seguito è espressione del pensiero mio ed esclusivamente mio. In nessun modo pretende di interpretare le opinioni delle Funny Girls, le quali potrebbero (o non potrebbero) discostarsi tranquillamente da ciò che La Gianni pensa e scrive.


Allora Pasqua è passata. Anche Pasquetta, e piove. Con soddisfazione, mi sto visualizzando gli immondi manifesti sproloquianti sul sacrificio degli agnelli sciogliersi in liquame putrido sotto la pioggia che batte.

Anche quest'anno, inevitabili come il canone Rai e tempestivi come la bronchite il 24 di dicembre, Oipa&friends hanno deciso di mandarci i loro deliziosi e simpatici auguri rivestendo Milano di immagini di agnelletti pucciosi e di mani sporche di sangue di noi, brutti e cattivi, che abbiamo madri altrettanto cattive e brutte le quali per Pasqua ci propongono la combo capretto+patate al forno invece che del seitan e due tomini. 

Allora. Io non sono una persona tollerante. Non sono una di quelli per cui la libertà di pensiero è sacrosanta e il rispetto viene prima di tutto. Col cazzo. Io ci sono delle categorie di persone a cui il mio disprezzo va a prescindere, e fra queste annovero, in ordine sparso: le fissate con la dieta, coloro che sbagliano i congiuntivi sugli stati di Facebook, coloro a cui non è chiaro l'utilizzo della H contestualizzata al verbo avere, gli elettori del M5S e i nazianimalisti. 

Ho rispetto degli animali (quasi tutti, le mosche no), ho un gatto che amo di amore incondizionato e ho un sacco di amici vegetariani e animalisti. Gente che non rompe il cazzo, comunque. Gente la cui scelta di vita accetto con rispetto, qualunque sia la motivazione. Voglio dire, io mi astengo dal mangiare la frutta per il semplice fatto che faccio fatica a sbucciarla, perciò chi sono io per criticare le scelte alimentari di altri? Le cui motivazioni sono certamente molteplici e ovviamente più profonde, ponderate e razionali delle mie? Con questi amici condivido le esperienze più disparate, compresi pic nic, cene in trattoria e grigliate pasquali nel fortuito caso ci sia mai un barlume di sole (cosa non più avvenuta credo dal lontano '98). Loro non mangiano carne, io non mangio l'insalata di pomodori. Nessuno fa proselitismo. Nessuno accusa nessuno. Nessuno insulta nessuno. E tutti vivono felici e in armonia. Amen.

Quello che a me veramente, ma veramenteveramenteveramente manda in bestia è l'essere evangelizzata. Mi dà in testa che gente sconosciuta ma evidentemente dotata di voce grossa si assurga al ruolo del profeta e cerchi di convertire le masse a forza. A forza, sì, perché appendere foto di cuccioli agonizzanti in giro per la città e impiccare agnelli di peluche nelle piazze (come successe un anno fa), è un atto di violenza puro e semplice. Costringere la gente a leggere cartelli insanguinati, in cui si invita ad immaginarsi i propri figli sgozzati, non è altro che un sopruso.  E formulare infondate accuse di omicidio è reato.

Io non ho bisogno di essere catechizzata. Non ho bisogno di essere sensibilizzata, non in questo modo. Non mi merito di vedere immagini cruente ad ogni angolo della strada. E non perché voglia tenermi le fette di salame (ops, di seitan) sugli occhi e non vedere la realtà. Non sono stupida, so cosa succede nei macelli. A differenza di tanti nazianimalisti però, so anche cosa succede nelle sale operatorie, ad esempio, durante uno xenotrapianto. Non mi farebbe comunque piacere vedere affissi manifesti raffiguranti pazienti aperti come scatole di sardine, al solo scopo di convincere i contrari della bontà dell'utilizzo di tessuti di origine animale per salvare delle vite. Per quanto io per prima appoggi fermamente la causa.

Seconda cosa, a me le campagne propagandistiche ignoranti stanno sul cazzo. Boicottare un agnello a Milano significa boicottare un pastore in Sardegna. Mettiamola così allora, io ho mangiato agnello a pranzo e a cena ieri e sono ben felice di non avere sulla coscienza la famiglia di nessun allevatore. E di nessun gregge neanche, perché che fine pensate farebbero gli agnelli e le pecore se nessuno le mangiasse più? Vivrebbero allo stato brado? Non credo. Presumibilmente scomparirebbero: non ci sarebbero così più agnelli da sacrificare per Pasqua e non ci sarebbero più pecore. Ovviamente non ci sarebbero neanche più allevatori, ma non c'è problema, sicuramente li reimpiegherebbe la LAV. La nota positiva è che finalmente non ci sarebbero più neanche quei merdosi manifesti attaccati ai muri delle strade. Con buona Pasqua di tutti.

Concludo lanciando un appello alle associazioni (nazi)animaliste: effettivamente la crociata in difesa dell'agnello mi ha toccata, perciò stavo pensando di lanciare una campagna di sensibilizzazione contro lo sterminio perpetrato reiteratamente nelle nostre città ai danni di topi e scarafaggi, barbaramente uccisi solo per il nostro vezzo di vivere in luoghi ameni e puliti. Penso sia giunto il momento di porre fine a questo scarafaggicidio e lasciare finalmente le bestioline libere di riprodursi incontrollabilmente e convivere con noi nelle nostre cucine e nei nostri bagni, in un'atmosfera di empatia e amore fraterno come voi ci avete sempre insegnato. Per erogazione di fondi a sostegno della campagna (fare foto a scarafaggi stecchiti è un lavoraccio) potete scrivermi in pvt. Sarò estremamente lieta di comunicarvi il mio IBAN. Certa della vostra collaborazione. 
Saluti e baci.
La Gianni.


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