lunedì 16 giugno 2014

BAGAGLIO A MANO IO TI ODIO PER DAVVERO

Il Pelliccia ed io ci concediamo sempre piccole vacanze. Tante, ma piccole. E questo significa una sola cosa: ciao bagaglio da stiva, con i tuoi 20 kg imbarcabili in cui posso infilare la piastra per i capelli e il barattolo di crema di curcuma all'olio di jojoba che pesa più di me; benvenuto, simpaticissimo bagaglio a mano, che più passano gli anni e più diventi piccolo. Ma perchè sei così piccolo bagaglio a mano mio? I burloni di Esayjet (ma Ryanair è gran peggio, perciò non ci lamentiamo) adesso lasciano a te la responsabilità della scelta: puoi portare un bagaglio a mano piccolo, ma non è detto che non te lo imbarchiamo lo stesso; se invece lo porti piccolo piccolo piccolo, allora te lo facciamo portare di sicuro. Ma che cosa ci devo far stare in 50x40x20 cm di trolley, amici miei? Che sto per partire per Edimburgo e ci sono 16 gradi e piove? Ma un ombrellino me lo fai portare, Easyjet? Un paio di calzini in più, metti che mi bagno i piedi me li vuoi concedere?

Giuro che io sono una di quelle skillate nel preparare una valigia. Nel corso degli anni ho imparato che in vacanza si può stare con i capelli a cazzo, che un mascara e una cipria sono più che sufficienti e che posso lasciare shampoo e bagnoschiuma a casa e usare quelli al sentor di fragola che trovi negli hotel. Giuro. Però. Però cazzo. 

Prima cosa: io non ho percezione del clima. Anzi, io resetto. Oggi a Milano ci sono tipo ottantadue gradi. A Edimburgo 16. C'è stata un'epoca in cui anche qui in Italia avevamo 16 gradi, io lo ricordo. Cosa ci mettevamo? Calzini di pile e maglioni con le renne? Giacche di pelle e bikers? I jeans li avevamo? Ci vestivamo a cipolla, che madonnamia questo mito della cipolla sfatiamolo, per favore. Quando sei in ferie l'abbigliamento a cipolla è la più grande fuckin' cazzata dell'epoca: a mezzogiorno ti ritrovi con giaccafelpacamicia legate in vita e hai finito di divertirti per il resto della giornata, troppo impegnato a portarti dietro la zavorra. Quindi no more cipolla in my suitcase, io voglio vestirmi giusta. Piuttosto patire un po' (un po' ho detto!) di freschetto ma giammai il caldo con gli stivali ai piedi. Giammai!
Quindi che faccio? Jeans e tagliamo la testa al toro? Troppo pesanti e allora meglio pantaloni di cotone (che non ho, tra parentesi?)? E se poi si sciupano in valigia io non me li voglio mettere. Le cose sciupate nonono, neanche se sono in Scozia che oddio, la voglio vedere quella vestita meglio. Una gonna ce la vogliamo portare? Lunga, così non patisco troppo il freddo? Giacche ne abbiamo? Quante? Quali? Quante gradazioni di pesantezza per i maglioncini? La manica a tre quarti è ammessa? E le scarpe? 

Ah, le scarpe.

A sto giro, visto che ormai sono una fucking pro del running, che ieri ho corso ben quarantacinque minuti di fila senza inciampare neanche una volta nelle mie stesse stringhe, E visto che nella mia guida c'è un'intera sezione dedicata ai "percorsi di jogging più belli di Edimburgo", ho deciso di portarmi dietro l'attrezzatura e non mollare neanche a Edimbarra. Ciò significa che nel mio maledetto bagaglio a mano ci devono stare anche le scarpe da runinng. Cioè, le scarpe da running, se ho reso l'idea del volume. Occupano da sole mezza valigia. L'altra metà l'ho occupata con una borsa. Perchè i maledetti di Easyjet quando dicono un bagaglio a mano intendono UN bagaglio a mano. Innumerevoli viaggi low cost più tardi, ho imparato che li freghi col marsupio.

Ah, il marsupio!

Io lo so perchè ridete. Perchè la parola marsupio ha sempre fatto rima con la parola sfigato, e subito vi viene in mente vostro padre negli anni novanta, con la polo infilata nei bermuda blu e il marsupio di pelle. Beh, ciao, rimanete nella vostra ottusa ignoranza. Il mio marsupio è uno) fighissimo e due) ubercomodo. E' di tela con un sacco di tasche. Color vinaccia. L'ho comprato a una festa di comunisti, e infatti si abbina perfettamente ad harem pants e birkenstock, se vogliamo dirla tutta. Comunque è figo e mi piace, non pesa sulla spalla, non ti rimangono i segni dell'abbronzatura e non ti possono rubare il portafoglio. E' la salvezza. Ma! C'è sempre la maledetta sera a cui pensare. Se ho messo in valigia la gonna lunga e la giacca di panno nera non è che posso sputtanarmi tutto con il marsupio, perciò una borsa piccola ci vuole. Certo che piccola per piccola, io ho finito lo spazio. Finchè la mente non mi si rischiara e ho un'epifania...: ma dentro la borsa di spazio ce n'è! Anche dentro le scarpe da running! Ci posso infilare, ad esempio, gli assorbenti, perchè che sfiga, penso che mi serviranno tipo intorno a venerdì! Evviva! Così ho recuperato spazio per... no, il libro ancora non ci sta, in effetti.

Ah, il libro!

Evoluzione, tu vai pure avanti da sola, che io poi arrivo. D'altronde, siamo nel 2014 andante, perchè mai usufruire di tools tecnologici avanzati quali, chessò, un Kindle, quando ci si può portare in viaggio 680 pagine di mattone cinese, e per la precisione questo? Ragazzi non - ci - entra, non c'è verso, ma non importa, perchè anni e anni di voli a millelire insegnano che se te lo tieni in mano con disinvoltura i controlli riesci a passarli.

Quindi ricapitolando: domani, previsti 30 gradi alla partenza, io mi presento in aereoporto con: jeans, sneaker, maglietta e felpa, giubbottino antivento con cappuccio, pashmina, marsupio e dizionario Traccani in mano. Aiuto.  Chiamate aiuto.

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