domenica 22 giugno 2014

COSE CHE CI SONO PIACIUTE DI EDIMBURGO ovvero anche SORRY, COULD YOU REPEAT PLEASE?

Gli edimburghesi salutano dicendo Ah-ya e Cheers, parola che pensavo fosse prerogativa dei telefilm americani con le cheerleaders.

The tipical Scottish weather: ovvero, ho messo la protezione trenta eppure mi sono scottata. 



Il mare. Voi lo sapevate che a Edimburgo c'è il mare? Io no. O meglio, non mi ero mai posta la questione, sicura com'ero dell'equazione Scozia = montagne, montoni, laghi, mostri, combattenti in kilt che fanno lo scalpo al nemico a mani nude, cose così. 



La verzura. Tipo che hai ancora un piede in parlamento e con l'altro sei già praticamente nelle Highlands, e il verde è un colore così brillante, ma così brillante che sembra l'abbiano dipinto con l'acquarello.


I tramonti. L'incredibile romanticheria dei tramonti a Calton Hill, dove ci sei tu, il cielo, la terra, e una linea sottile sottile che li divide. Ci si arrampica sulle colonne del National Monument incompiuto per vedere il sole che cala, ma SOLO SE si è un po' brillantoni, SE NO ci si fa issare tipo balena da ammarare dal Pelliccia E da un rubicondo crucco pelato CHE ha una fidanzata nerboruta davanti al cui sguardo di commiserazione ti giustifichi dicendo che AIM NOT VERI ATLETIC.


I cimiteri. Vuoi andare in Scozia e non trovare almeno un cimitero in stato d'abbandono? C'è qualcosa di più romantico di un cimitero abbandonato? (Sì, i tramonti a Calton Hill. Ma se hai la fortuna di beccarti un tramonto nel cimitero sul pendio per Calton Hill, beh, #win).



La presa di coscienza che la propria conoscienza dell'inglese con cui si campa onorevolmente il resto dell'anno è assolutamente insufficiente ad interpretare il borbottio scozzese, ma anche il sollievo di constatare che con un intuito abbastanza fino si può andare da qualunque parte e ordinare merluzzo con l'uovo senza sapere cosa aspettarsi.

I negozi di libri usati per continuare la mia collezione, quando trovo il coraggio di entrare e affrontare la conversazione con l'anziano esercente anglofono e canuto.


I pertugi, gli angoli, le sorprese che si aprono sul Royal Mile.


Andare a correre e domandarsi stupiti come mai si è gli unici a fare del jogging sulle scalinate e le salite con pendenza al 40% dei Princes Street Garden (avere l'illuminazione quando dopo i primi venti minuti ci si ritrova senza fiato peggio di un carlino in montagna, gettare la spugna e spanciarsi al sole).


TOPSHOP! TOPSHOP! Il regno dei balocchi! Due ore su una vertiginosa altalena tra giubilo e ansia: cosa scelgo? Cosa scelgo? Non posso prendere tutto, ma io voglio TUTTO! Mi sono innamorata senza speranza di quegli shorts in pelle, un amore così grande che anche se sono troppo corti IO ME NE FREGO. Sono così dolci, così ricamati e con una vita così alta che non ho avuto cuore di abbandonarli lì al loro destino. E poi sì, lo ammetto, poichè anch'io sono schiava della moda e senza spina dorsale, sono da pochi giorni la fortunata genitrice di due adorabili mid finger ring con tanto di brillantino. Ho lasciato coerenza ed orgoglio personale ad Edimburgo, lo so.


1 commento:

  1. dopo edimburgo YANGWAWA sarebbe ben felice di fare un secondo salto in spagna

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